L’Orto Botanico dell’Università di Pavia è stato costituito nel periodo della riforma teresiana e giuseppina dell’Ateneo pavese e la sua attuale collocazione negli orti del monastero dei Canonici Lateranensi di Sant’Epifanio risale al 1773. Ha ospitato l’attività scientifica di botanici insigni tra i quali Giovanni Antonio Scopoli, a cui si devono le storiche serre, Domenico Nocca, che fece costruire i lettorini ad esse antistanti, Giuseppe Moretti e Santo Garovaglio, che lasciarono all’Orto botanico le loro ricchissime biblioteche personali.
Negli ultimi decenni del 1800, sotto la direzione di Giovanni Briosi furono costruite altre serre, di cui rimane solo la serra delle piante utilitarie; l’attuale assetto fu conferito all’Orto da Raffaele Ciferri dopo il secondo conflitto mondiale.
L’Orto Botanico raccoglie elementi architettonici e collezioni di piante vive che costituiscono la traccia materiale della sua storia a partire dalla metà del Settecento a oggi.
Dell’impianto originario dell’Orto attribuito a Giovanni Antonio Scopoli, che ne fu direttore dal 1777 al 1788, rimangono un monumentale Platanus hispanica (50 m circa di altezza, 7,30 m di circonferenza a 1 m dalla base) nell’arboreto e le antiche Serre dette appunto ‘di Scopoli’, costituite da due corpi collegati da un atrio comune: nell’ala orientale sono conservati alcuni esemplari di Cycadaceae e Zamiaceae; nell’ala occidentale si trova una ricca collezione di piante succulente di vecchia costituzione, integrata con acquisti e donazioni di privati.
Davanti alle serre sono tre file di lettorini, aiuole addossate a un muretto, con la collezione di piante officinali e le coltivazioni sperimentali tra cui quelle di antiche varietà coltivate.
Accanto alle Serre ‘di Scopoli’ sono presenti la serra ottocentesca costruita da Giovanni Briosi, che ospita una serie di piante esotiche da frutto, aromatiche, da legno e ornamentali, e la Serra tropicale realizzata da Ruggero Tomaselli negli anni Settanta del XX secolo, che contiene specie esotiche di pteridofite, Araceae, Arecaceae, Euphorbiaceae, Liliaceae, Marantacaee.
Degli stessi anni è la Serra delle orchidee, collocata nella porzione meridionale dell’Orto, che attualmente contiene una collezione di orchidee esotiche.
Nella stessa area si affacciano alla città il grande Roseto, voluto da Raffaele Ciferri e ristrutturato da Augusto Pirola, suddiviso nei tre grandi settori delle rose selvatiche (con specie e ibridi naturali), delle rose antiche, degli ibridi moderni, e l’Arboreto delle gimnosperme con vari esemplari di specie italiane ed esotiche.
La parte centrale dell’Orto ospita invece l’Arboreto delle angiosperme, con diverse latifoglie arboree e arbustive sia esotiche che autoctone, e una vasca che accoglie alcune piante acquatiche e palustri della Pianura padana.
A ridosso dell’edificio una curiosità storica: l’aiuola del tè con una serie di arbusti di Camellia sinensis coltivati a Pavia sin dalla seconda metà del XIX secolo e perfettamente acclimatati.
Le ricerche più recenti stanno ampliando lo spazio dedicato alle specie autoctone tra cui la rara idrofita Isoëtes (= Calamaria) malinverniana, felce endemica della Lomellina e del Vercellese, ed entità del sottobosco forestale della pianura e della flora degli ambienti secchi della Valle del Ticino.