A cura di Jeffrey Deitch e Gianni Mercurio.
Come ogni artista “maledetto” Jean-Michel Basquiat, scomparso nel 1988 a soli 27 anni, è riuscito nell’arco brevissimo di pochi anni a costruire una leggenda attorno alla sua figura e alla sua arte.
Con quasi 100 opere provenienti da collezioni private, la mostra attraversa la breve ma intensa carriera di Basquiat, che si è conclusa con la morte prematura all'età di soli ventisette anni.
In modo diretto e apparentemente infantile Basquiat e’ stato in grado di portare all’attenzione del grande pubblico tematiche essenziali sull’identità umana e sulla questione dolorosa e aperta della razza.
È stato un personaggio fondamentale nella storia contemporanea americana perché capace di intrecciare, unico per quei tempi, l’energia urbana dannata di New York con le sue radici africane segnate dalla schiavitù e dalla diaspora.
Venti anni dopo la sua prima mostra al Whitney Museum of American Art (1992-1993) e dieci anni dopo la retrospettiva al Brooklyn Museum of Art (2005), questa esposizione mostrerà il ruolo centrale di Basquiat nella generazione dei suoi artisti coetanei e la funzione della sua arte come un ponte di collegamento tra le diverse culture.
Info e prenotazioni: 02 54917 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 17.00)