La mostra Leonardo. La macchina dell’immaginazione – in programma a Palazzo Reale di Milano dal 19 aprile al 14 luglio 2019 – a
cura di Treccani e Studio Azzurro, è promossa e prodotta
dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Treccani con la consulenza scientifica di Edoardo Villata.
La mostra vede il contributo di Fondazione
Cariplo per Fondazione Treccani
Cultura.
L’evento
rientra nelle celebrazioni ufficiali – Milano
Leonardo 500 – della città Meneghina per i 500 anni dalla morte del genio vinciano
e si avvale del patrocinio del Comitato
Nazionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci.
Prima sezione > LE OSSERVAZIONI
SULLA NATURA
Il lavorio inesausto
di appunti visivi e verbali di Leonardo rappresenta perfettamente l’“epoca
dell’occhio”, l’epoca della prospettiva che si fa “forma simbolica” oltre la
stretta cerchia degli intellettuali. Il lavoro
dell’occhio umano sul mondo è alla base di questo atteggiamento che prenderà
una forma più definita nei decenni successivi. Attraverso lo studio del reale,
Leonardo riesce a forzare quello strumento prospettico appreso nelle botteghe
fiorentine allo stesso modo in cui forza il sapere tradizionale consolidato dai
tempi di Aristotele, fino a far implodere l’idea di ordine universale su cui si
posava ogni forma di pensiero. Un uomo che
guarda, un piano di lavoro per disegnare, un rettangolo quadrettato davanti al
suo sguardo. L’installazione ripropone la situazione ideale di un osservatore
che analizza i minimi eventi naturali e cerca le corrispondenze con un ideale
geometrico di armonia e di restituzione prospettica. Il visitatore si affaccia
al prospettografo e assiste al passaggio dalla visione naturale alla
restituzione nel disegno, fino alla rappresentazione ideale in riferimento alla
geometria nascosta nelle cose.
Seconda sezione > LA CITTÀ
I progetti di
Leonardo per le città e il suo interesse per la stesura delle loro mappe
rivelano un’attitudine urbanistica. Il suo sguardo “largo” tiene in
considerazione le dinamiche della società e le esigenze quotidiane di una
comunità complessa. Come per ogni altro oggetto di indagine, la sua visione si
muove tra la considerazione dell’insieme e l’attenzione per il dettaglio. Immagina per la
prima volta di vedere e rappresentare le città dall’alto. Immagina città con un
impianto urbano funzionale alle attività delle varie classi sociali e alle
necessità igieniche. Studia le vie di
terra e il vitale rapporto con le vie d’acqua, da sfruttare abilmente con
grandi progetti di deviazione dei corsi dei fiumi. Osservando la
città, ne studia anche gli abitanti, annota le loro abitudini di vita, le mode,
i riti. Nell’istallazione,
sono infatti le silhouette degli uomini e dei loro strumenti a raccontare le
azioni generate dai disegni e dalle parole di Leonardo. Le immagini si
depositano su due grandi schermi laterali della struttura che richiama una
sorta di gru da cantiere, capace di spostare grandi pesi in modo rapido ed economico,
con minore sforzo dell’uomo. Due leggii mostrano una collezione di parole che
Leonardo utilizzò nei suoi progetti di architettura e urbanistica. Pronunciando
una di queste parole si risveglia la narrazione video corrispondente. Le parole sui due
leggi sono le stesse, ma i video a esse associati raccontano storie differenti.
Terza sezione > IL PAESAGGIO
I mutamenti della
luce naturale, i suoi effetti sui corpi e sulla percezione atmosferica sono
stati per Leonardo oggetto di lunghe osservazioni e di altrettante pagine di
annotazioni, soprattutto in funzione della loro miglior resa pittorica. Nel Libro
di Pittura si rivolge al suo lettore chiamandolo «fintore» – così si
chiamavano i pittori e gli scultori – dandogli precise istruzioni su come rappresentare
ogni elemento naturale, prospettico e umano. Leonardo in realtà educa lo
sguardo del pittore a soffermarsi sui più minuti dettagli e a cercare le cause
di ogni percezione per meglio “fingere” la realtà con gli strumenti del disegno
e della pittura. D’altra parte
arriva a immaginare un modo di rappresentare il mondo e quasi a inventare il “paesaggio”
benché ancora non lo chiamasse in questo modo, con le vedute “a volo d’uccello”. Tre proiezioni,
due laterali e una in alto, avvolgono i visitatori. Pronunciando le parole
scritte sui leggii, che corrispondono ad alcuni degli aspetti più indagati
dalla curiosità e dall’inventiva di Leonardo, si presentano lateralmente due
disegni originali e in alto un cielo. L’osservazione dei
disegni li rende vivi, generativi. Dai tratti a matita nascono «flussi e
reflussi», «venti revertiginosi», nebbie, scenari vicini e panorami lontani.
Quarta sezione > LE MACCHINE DI PACE
Pulegge, catene,
ruote dentate, ruota a tazze, viti di Archimede, viti senza fine, viti aeree,
inclinometri, igroscopi, anemometri, seghe idrauliche, ventilatori. Studi per
«modo di sollevare l’acqua in due tempi», per imbarcazioni a pale, per portelli
di chiusa, progetti per il canale Firenze-mare, per lo scavo di Serravalle,
disegni di macchine escavatrici, di draghe, vortici e canali. Studi per
l’equilibrio, per il bilanciamento, per ali di aliante, per ala snodabile, per
ala articolata, per ala a sportelli; studi per ornitottero, verticale, prono, a
navicella. Studi per il «modo di camminare sull’acqua», per modi di respirare
sott’acqua, guanti palmati, salvagente, scafandro. Non son tutte
invenzioni di Leonardo, talvolta sono perfezionamenti di macchine esistenti,
studi per migliorie, in altri casi, come per il volo e il «camminare sull’acqua»
sembrano sogni che, confidando nella scienza e nello studio della natura, è
convinto di poter realizzare. Pronunciando una
delle parole esposte nel leggio i disegni nei due schermi rivelano particolari
di macchine a cui si accostano reali meccanismi del nostro tempo.
Quinta sezione > LE MACCHINE DI
GUERRA
Nella lettera a
Lodovico il Moro in cui Leonardo si presenta per essere accolto a Milano, una
eloquente lista esibisce in larga maggioranza competenze nell’arte di
«offendere e difendere», in particolare nella capacità di progettare
«instrumenti bellici» come ponti «facili e commodi da levare et ponere»,
«ghatti» (arieti), «bombarde, mortari et passavolanti di bellissime et utile
forme» «briccole, manghani, trabuchi», «carri coperti, securi e inoffensibili». Ciononostante, le
considerazioni scritte da Leonardo sulla guerra rivelano ben altro pensiero.
«Pazzia bestialissima» la definisce, studiando armi e strumenti dei
contemporanei ma anche degli antichi. Le istruzioni per dipingere scene di
battaglia nel Libro di pittura sono efficaci quanto una testimonianza, e
il modo in cui racconta i volti, le espressioni, i gesti degli uomini impegnati
a uccidersi tra loro manifestano il suo giudizio sull’assoluto abbruttimento a
cui essa conduce. La macchina dell’installazione
è una sorta di bilanciere in stasi, con due grandi schermi. Pronunciando la
parola scelta dal leggio, sullo schermo frontale appare un disegno, uno studio
di un carro, di una bombarda, di un gruppo di uomini in battaglia, a terra
appare un pavimento materico: sabbia, acqua, foglie… dopo qualche istante dai
tratti del disegno si staccano figure umane, frecce, bandiere e dal pavimento
emergono frammenti di una battaglia.
Sesta sezione > IL TAVOLO ANATOMICO
Ai tempi di
Leonardo si chiama «notomia».
L’analisi
geometrica, figlia diretta dell’uomo virtruviano, non gli basta, così sprofonda
il suo sguardo nelle viscere del corpo umano, come fosse il dispositivo più
affascinante che si potesse studiare: «sì bello strumento» con «tanta varietà
di macchinamenti». Cerca le cause di ogni evento fisiologico, elenca
instancabili liste di argomenti da indagare. Descrive minutamente la meccanica
dei movimenti, osserva e rappresenta il cranio come fosse un elemento
architettonico, il tiburio di una cattedrale, immagina le funzioni di
ipotetiche aree del cervello, osserva il chiasma ottico, disegna il sistema
nervoso come un albero di sottili filamenti. Sempre sulla soglia del sogno di
una conoscenza esatta, alla fine di una lunga lista, annota: «Scriverai di filosomia». Su un tavolo di
otto metri sono posati dei gessi che riproducono elementi del corpo umano,
maschile e femminile. Sospese sul tavolo alcune piccole torce. Direzionando la
loro luce su un gesso, si avvia il racconto video relativo a quella porzione di
corpo. Dal corpo
dell’uomo, scorticato, si genera l’indagine sotto la pelle, tra muscolatura,
scheletro e funzioni vitali. Il corpo della donna è invece un corpo classico,
da cui nascono i gesti, le espressioni e il racconto della facoltà di portare
in sé una nuova vita.
Settimana sezione > LA PITTURA
La pittura per
Leonardo è una scienza, nell’accezione di scienza a lui contemporanea. Nel suo Libro
di pittura, più di 900 paragrafi di varie lunghezze sono dedicati alla sua
teoria e alla sua pratica e nel tradizionale “paragone delle arti” vince su
tutte. La sua attenzione a restituire in
pittura i valori percettivi delle cose ha dato avvio a un modo diverso di “fingere”
le figure e gli scenari: ogni contorno sfuma in un’altra parte del dipinto, c’è
profondità di piani nello spazio, ma senza quasi distinzione dei limiti dei
soggetti… come se il mondo fosse immerso in un liquido amniotico. Nell’installazione
un grande monitor presenta una decina di dipinti di Leonardo. Il lavoro sulla
illuminazione dei soggetti e sulla graduale apparizione dello sfondo fa vibrare
il quadro di una vita inattesa. Gli scenari si susseguono all’orizzonte,
passando uno nell’altro fino a ricomporre lo sfondo dell’opera originale.
Anziché forzare i suoi scenari per farli corrispondere a un luogo, ci si
affaccia alla memoria e alla immaginazione di Leonardo che dipinge ricordando
le centinaia di scenari che ha a lungo scandagliato nelle sue osservazioni.
«Il buon pittore
ha da dipingere due cose principali: l'uomo e il concetto della mente sua. Il
primo è facile, il secondo difficile, perché si ha a figurare con gesti e
movimenti delle membra: e questo è da essere imparato dai muti, che meglio li
fanno che alcun'altra sorte di uomini».
Informazioni e prenotazioni
T. +39 02 892 99
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